Per uno spettatore neutrale il primo tempo di Italia-Francia è stato uno spasso. Otto mete in un solo tempo, cinquantadue punti segnati (la media è 22, solo in un’altra partita del Sei Nazioni se n’erano marcati di più), continui ribaltamenti di fronte e un ritmo forsennato.
Il secondo tempo è piaciuto solo ai tifosi francesi. L’Italia ha sostanzialmente alzato bandiera bianca e se togli anche un’unghia di intensità a questo livello finisci male, la Francia poi ha schiacciato sull’acceleratore fino in fondo.
D’altronde lo avevamo imparato 18 mesi fa, alla Rugby World Cup 2023: quando una delle prime quattro squadre del ranking mondiale prepara a fondo una partita contro una squadra come quella italiana, non ci sono molti spazi per nascondersi.
Sicuramente la partita di domenica 23 febbraio a Roma e quella di Lione dell'ottobre 2023 sono state molto diverse, in particolare nei termini della prestazione azzurra. Quello che non cambia è la peculiare attenzione che in entrambe le occasioni la Francia ha messo per dominare la partita. Perché se da una parte è vero che i transalpini hanno vinto attraverso il dominio dello scontro fisico, demolendo il pacchetto di mischia italiano man mano che la partita avanzava, lo hanno fatto non solo attraverso un confronto diretto e frontale, ma anche attraverso un approccio strategico e tattico ben definito, studiato appositamente per l’incontro.
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Gambetto di Barré
Diciottesimo minuti di gioco, punteggio di 10-7 per l’Italia. Malgrado il tabellone, la Francia di mete ne ha già segnate due. Una le è stata giustamente tolta per passaggio in avanti, la seconda concessa malgrado un tocco difettoso di Dupont che in un’altra epoca sarebbe stato in-avanti senza dubbi.
Karl Dickson annuncia a tutto lo stadio che la prima meta della Francia viene annullata per passaggio in avanti. David Flatman, commentatore di ITV, fa notare: “Strano effetto questo di una persona che parla in inglese a uno stadio di persone che parlano italiano o francese”. In effetti
In entrambe le occasioni, però, si è capito che quando la Francia attacca fa sul serio. È capace di stringere molto la difesa italiana, già per sua natura piuttosto densa per ovviare al gap fisico rispetto alle altre squadre. Gli Azzurri non riescono a imporre il solito numero di placcaggi dominanti e a rallentare il pallone degli avversari, che poi sono bravi a lanciare negli ultimi quindici metri i loro trequarti, mettendo in crisi la difesa al largo dove Martin Page-Relo e, soprattutto, Simone Gesi ballano assai.
Tutti e quindici i giocatori azzurri sono ammucchiati su un lato del campo. L’attacco francese terrà ancora la difesa stretta con un paio di cariche prima di sovraccaricare il lato destro con i trequarti e approfittare di una mancata salita di Gesi, che lascia Page-Relo solo a gestire l’attacco di Barré. Una fase dopo l’avanzamento dell’estremo arriva la meta del pareggio di Guillard
Questo è il momento dove la Francia lancia un attacco scacchistico, muovendo i propri mezzi sul terreno di gioco proprio come su una tavola.
L’azione parte da una rimessa laterale sui 10 metri offensivi. Un allineamento ridotto a 5, con un avanti come ricevitore. Ne nasce ovviamente un drive
Greg Alldritt, unico avanti non impegnato nella rimessa, viene mandato a collidere con la linea difensiva azzurra in una zona mediamente lontana dalla fonte del gioco. In questo modo coinvolgere nel contatto i difensori più veloci e tatticamente competenti dell’Italia
Garbisi e Menoncello sono assorbiti dal placcaggio. Brex, Capuozzo e Allan difendono nel senso di gioco
La fase successiva, con la percussione ravvicinata di Gullard in mezzo al campo, serve a consentire alla Francia di rimettere in piedi Ramos, Barassi e Attissogbe, mentre l’Italia ha come penultimo difensore da quel lato Simone Ferrari, uno dei difensori meno agili
Nella fase successiva Boudehent gioca dietro la schiena per Ramos, mentre tutti i trequarti si buttano negli ultimi 15 metri dal campo. Ferrari e Page-Relo devono temporeggiare
Malgrado il buon lavoro di Garbisi e Menoncello nell’arrivare a chiudere sulla superiorità al largo della Francia, Simone Gesi è rimasto un po’ indietro, forse temendo un utilizzo del piede da parte di Ramos. La sua mancata salita, però, non permette a Page-Relo di aggredire forte su Barré, che ha il tempo di appoggiare il calcio dietro
Sul calcio dietro c’è un po’ poco lavoro da parte degli Azzurri: Attissogbe passa Gesi a velocità doppia, nessuno ostacola con un minimo body-check Barré. Allan è prigioniero dei due avversari, che lo portano dentro l’area di meta e vincono una mischia a cinque metri
Dalla mischia a cinque metri Uini Atonio riesce a spremere un calcio di punizione contro Mirco Spagnolo. La rimessa laterale vede quindi la Francia giocare con forza e astuzia e andare a segnare di nuovo. Non sarà mai più in svantaggio nella partita.
Alldritt si lega insieme a Gros, l’alzatore del blocco di salto. In questo modo il drive della Francia ha quattro uomini sulla prima linea di giocatori, con un surplus di spinta verso l’interno
Con questa pratica illustrazione che spero sia comprensibile cerco di spiegare come la spinta del numero 8 francese riesce a consentire alla Francia di trovare avanzamento dal lato del corridoio dei 5 metri e portare la palla oltre la linea di meta
Quando l’Italia perde la partita
Dopo la meta del 10-14 l’Italia subisce poco dopo quella del 10-21. Anche questa volta la Francia gioca alcune fasi da sinistra verso destra per poi cambiare senso e attaccare con un 4 contro 3 l’Italia nel canale dei 15 metri. Anche stavolta la difesa di Gesi, ma anche quella di Menoncello, lasciano un po’ a desiderare e Barré manda facilmente Bielle-Biarrey oltre con un offload. Chiude in meta Antoine Dupont.
Sotto di 11 punti l’Italia riesce a tornare sotto grazie alla meta inventata da Ruzza per Brex su una brillante transizione offensiva avviata da Capuozzo.
Dopo essere stato mandato al bar da Brex e Menoncello sulla prima meta, Pierre-Louis Barassi si fa prendere l’interno da Ruzza in occasione della seconda marcatura azzurra. Previsione per il futuro: a Dublino in maglia numero 13 ci sarà Gael Fickou
Il 17-21 dura pochissimo. La quarta meta della Francia arriva immediatamente. E stavolta è tutta l’Italia che pecca un po’ di morbidezza e si fa travolgere dalla verve del pack transalpino che, semplicemente, passa oltre con un one-pass rugby dove dimostra maggiore ferocia sia nei palloni portati che nei sostegni, che eseguono un lavoro fantastico nel mantenere il possesso di qualità.
È però sul 17-28, alla fine del primo tempo, che la partita si spezza. E lo fa nel modo più esasperante e rocambolesco possibile, seguendo il canovaccio di questi pazzi quaranta minuti.
La sequenza che porta alla meta di Leo Barré che ipoteca il match dura quattro minuti. Quattro minuti di gioco continuato senza interruzioni: una follia. E si passa da una grande occasione per l’Italia a una meta subita.
Il gioco inizia a 34:44 con una touche per l’Italia a metà campo. Da qui Page-Relo andrà al piede direttamente dalla base di una maul
Dopo uno scambio al piede l’Italia contrattacca, gioca qualche fase sterile a metà campo dove rischia di perdere la palla ma pesca un cartellino uscite gratis di prigione con una corsa di Gianmarco Lucchesi che compie un break di 10 metri
Garbisi manovra bene e lancia un attacco con Menoncello al suo interno e Ruzza all’esterno. Attenzione a Page-Relo, che ha appena compiuto una finta corsa verso il lato destro del campo e appare provato dopo 2 minuti di gioco continuativo e intenso
Quando Garbisi gioca un pop pass da terra per Ruzza e lo manda oltre la difesa, Page-Relo è in ritardo e non può recitare il ruolo dell’uomo in anticipo sul gioco che può andare a essere un’opzione oltre la difesa con chi ha fatto il break
Quando Ruzza è oltre, Menoncello dà il massimo per arrivare in sostegno, ma è leggermente in ritardo e i due non si capiscono. L’occasione per l’Italia di riaprire la partita sfuma
Con la palla in campo da quasi 3 minuti arriva l’occasione per la Francia. Difesa italiana tutta addensata su un lato del campo dopo non essere riuscita a risettarsi bene su un calcio alto di Allan. Ci sono 12 giocatori racchiusi entro la metà campo. Qui le mani di Atonio e Gros sono eccezionali per portare la palla al largo. In una fase la Francia passa da giocare nella propria metà ai 22 metri avversari
Al quarto minuto di gioco continuativo, dopo 7 fasi offensive sono tutti stremati, ma i francesi sono più performanti nella fatica. L’Italia esagera il fold della difesa da destra a sinistra, Dupont, Barassi e Barré se ne avvedono. Il 9 assorbe il contatto e dà fuori un pallone perfetto per l’ingresso dell’estremo
Dopo 4 minuti esatti dal pallone lanciato da Lucchesi si chiude l’azione che ipoteca la gara. Sullo sfondo si vedono i giocatori piegati in due dallo sforzo: Alldritt faccia a terra, poco dietro Guillard anche lui in ginocchio, Mauvaka che cerca ossigeno. L’inquadratura successiva della TV è su Dupont e Allan: in nessuno dei due c’è gioia, solo una disperata ricerca di una pausa
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