Problem solving
Come l'Italia ha messo in difficoltà il Sudafrica in mischia ordinata
Attitudine al problem solving è un’espressione tipica delle offerte di lavoro, un requisito dai confini nuvolosi caro alle risorse umane e una qualità che tutti, chi più e chi meno, hanno cercato di vantare come propria presentando il curriculum vitae.
Solitamente confinato tra uffici e corsi di formazione, il mitologico problem solving si è fatto carne in un grigio pomeriggio di novembre a Torino, tra i contorni di un rettangolo d’erba lungo grosso modo cento metri e largo una cinquantina.
In mezzo vi passeggiavano trenta tizi in maglietta e pantaloncini, di cui sedici particolarmente dediti ad annusarsi da vicino: la chiamano mischia ordinata.

Botta
Spesso le mischie ordinate rimangono un grosso mistero non solo per chi guarda la partita allo stadio, dove è onestamente difficile capire che cosa sia successo a qualche decina di metri di distanza, ma anche per chi la vede alla TV.
C’entra il fatto che se non hai giocato, e specie se non hai giocato nei ruoli del pack, non è semplice capire di cosa si sta parlando, ma anche il fatto che spesso le inquadrature televisive non sono particolarmente adeguate a mostrarci gli accadimenti di quella testuggine di energumeni.
La partita tra Italia e Sudafrica giocata allo Juventus Stadium sabato scorso ha avuto un doppio merito. La presenza di una telecamera aerea capace di muoversi lungo il campo sopra le teste dei giocatori (si chiama spider cam, giusto?) e una regia che ha avuto la cura di utilizzarla per farci vedere le mischie ordinate dall’alto. Un’inquadratura non del tutto esaustiva, ma la migliore possibile per provare ad avere una comprensione degli accadimenti.
In una delle prime mischie dell’incontro, al minuto 9, quando ancora le squadre sono in parità numerica, l’Italia estrae molto rapidamente il pallone dalla mischia ordinata grazie a Varney, ma il pack azzurro viene messo decisamente sotto pressione dal Sudafrica.
L’immagine aerea ci permette di capire che cosa stanno cercando di fare gli Springboks: il pilone sinistro Boan Venter attacca Marco Riccioni sull’ingaggio, e a dargli man forte arriva il tallonatore Johan Grobbelaar. Lo si vede nel video qui sopra, appositamente rallentato: l’asse di spinta del numero 2 punta sulla gamba interna del pilone italiano, mentre la sua spalla destra schiaccia il collo di Giacomo Nicotera per impedirgli di andare sotto di lui.

Normalmente le prime linee tendono a cercare un angolo di spinta verso destra: questo permette loro di andare dritti e di impedire agli avversari di proteggersi dalla spinta del diretto avversario. Il Sudafrica, invece, punta a un ingaggio forte e rapido verso sinistra, per mettere in difficoltà il pilone destro e poi tornare a spingere verso destra.
È una strategia che hanno utilizzato spesso nel corso dell’ultimo anno, anche nella partita vinta contro la Francia nella settimana precedente alla sfida di Torino.
Risposta
La bravura dell’Italia sta a quel punto nella capacità di adattarsi alle questioni poste dagli Springboks.
Nella mischia successiva il Sudafrica è depauperato di un uomo, è vero, ma sappiamo come gli Springboks siano in grado di tenere botta anche in 7 se il lavoro tecnico delle prime linee funziona.
Gli Azzurri hanno altre idee: nella clip qui sopra si può vedere bene come Nicotera vada subito a prendersi l’ingaggio stando vicino a Riccioni e attaccando forte Grobbelaar, mentre Fischetti si nasconde un po’ da Wilco Louw, nel frattempo entrato a destra con i suoi oltre 140 chili.
Gli Springboks crollano come un castello di carte, con Grobbelaar incornato da Nicotera e Louw che viene attirato dentro e aggirato da Fischetti.
Sarà lo stesso adattamento, la stessa capacità di risolvere i problemi posti dagli avversari che porterà l’Italia a guadagnarsi un importante calcio di punizione poco dopo la mezz’ora, proprio sotto i pali del Sudafrica, per pareggiare 3-3. E stavolta pure in 8 contro 8.

Non tutto il resto della partita è andato così bene in mischia per gli Azzurri, che hanno avuto anche qualche momento di difficoltà nella partita. Date le premesse, però, la prestazione complessiva della mischia ordinata è stata di altissimo livello e promette sempre meglio per il prossimo futuro.




Chiarissime le tue spiegazioni che, per una come me, sono oro. Ogni volta ti ringrazio e lo farò finché non ti stancherai ma dovrai dirmelo se no non vale...... È un vero piacere leggerti. Grazie