Nel 1961 esce in Italia Il giovane Holden, traduzione del romanzo di J.D. Salinger uscito negli Stati Uniti dieci anni prima con il titolo di The catcher in the rye, tutto sommato onestamente intraducibile.
Il punto è che il titolo originale è determinante nel momento cruciale del romanzo, una storia di passaggio dall’adolescenza all’età adulta, più o meno. Funziona così: con il tipico spirito ribelle da adolescente, il giovane Holden Caulfield ritiene che il mondo adulto sia fasullo, pieno di falsità; meglio l’innocenza e la purezza dell’infanzia.
Il protagonista esplicita questa sua contrapposizione alla sorella più giovane, quando lei gli chiede che cosa vuole diventare nella vita. Vuole essere the catcher in the rye, formula ricavata dalla poesia di Robert Burns Comin’ thro the rye (trad. passare attraverso un campo di segale): una persona capace di prendere e impedire ai giovani di attraversare il metaforico campo di segale, che conduce a un precipizio, il baratro dell’età adulta, mantenendoli per sempre nell’età dell’innocenza.
Un’illusione che va in pezzi molto in fretta, quella di Holden, e che rappresenta la sua trasformazione, il suo processo di passaggio verso la comprensione e la partecipazione a un mondo più complesso, capace, in fondo, di regalargli della felicità.
Coming of age
All’inizio del Sei Nazioni 2021 l’Italia aveva una rosa con un’età media di 24,37 anni e solo quattro giocatori oltre i 30 caps.
Nel Sei Nazioni 2025 l’età media è passata a 25,70 e i giocatori sopra i 30 caps sono diventati dodici. Nel corso del Torneo Danilo Fischetti e Niccolò Cannone, a meno di brutte sorprese, taglieranno il traguardo dei 50 caps. Durante l’anno è molto probabile che la stessa, simbolica meta sia raggiunta da Michele Lamaro, Paolo Garbisi, Juan Ignacio Brex.
Nel primo turno del Torneo di quest’anno la squadra scelta da Gonzalo Quesada era la terza per numero di caps, con solo Scozia e Irlanda con maggiore esperienza internazionale nel XV.
Insomma, ci siamo. Per questo gruppo azzurro è il momento del passaggio dall’adolescenza all’età adulta.
Domenica 23 si gioca Italia-Francia. Dovrebbero essere della partita Theo Attissogbe e Leo Barré, due giocatori giovani e decisamente talentuosi di cui si è parlato in passato in questa newsletter. Ecco i numeri dedicati:
È stato un bel viaggio, fin qui. Nell’età dell’innocenza era legittimo avere basse aspettative, prendendo con entusiasmo le cose positive che man mano la squadra riusciva a sviluppare, tralasciando occasionalmente la rilevanza del risultato.
Questo è un gruppo, ci siamo detti, giovane e di talento, che quando avrà acquisito esperienza e avrà sviluppato le sue promettenti qualità potrà portare la nazionale italiana a togliersi soddisfazioni importanti, magari senza precedenti.
Ci siamo divertiti a vedere gli Azzurri giocare un rugby offensivo e senza compromessi, trasformati nella cosa più simile a una squadra di Zdenek Zeman si sia mai vista sui campi con la porta ad H.
Ora però l’infanzia e l’adolescenza sono arrivate alla loro conclusione: è l’ora del coming of age, di entrare nell’età adulta. Attraversare, per dirla con Holden Caulfield, il tanto amato campo di segale per l’ultima volta e gettarsi nel baratro delle difficoltà del mondo dei grandi.
Pazienza se per farlo tocca abbandonare alcune delle cose che ci hanno fatto passare dei bei momenti. Gli attacchi pazzi dai 22 metri, per dirne una. Là fuori c’è un mondo più complesso, più difficile da affrontare e che necessità di strumenti diversi per raggiungere il successo, ma che è capace di regalare un’ulteriore, più completa, più matura felicità.
Francia, Inghilterra, Irlanda: le prime sfide che attendono gli Azzurri. Sudafrica, per due volte in estate e una in autunno. Poi Australia e Samoa, ancora in novembre. Diventare adulti significa essere in grado di affrontare queste sfide con la maturità agonistica di chi sa di non essere necessariamente allo stesso livello, ma che ha le carte per giocarsi queste partite, e magari ottenere qualche sorprendente successo. Un percorso tosto e difficile ma che potremo ricordare, a partire da domenica, come il momento in cui questa Italia è diventata grande.
Come quando Holden Caulfield infine, dopo averne passate di tutti i colori, sorride felice sotto la pioggia, guardando la sorella più piccola divertirsi sulle giostre.
Come sottolinei tu è arrivato il momento essere pronti a lasciare un po' di leggerezza e però mirare alto, pestare forte, farsi valere senza paure e dunque siamo una squadra adulta nel bene e nel male ma con cuore e cervello buttiamoci